Se sei qui, vuol dire che ti interessa scoprire come annaffiare le orchidee. Molto probabilmente te ne hanno da poco regalato una ed è la prima volta che hai a che fare a livello pratico con questa meravigliosa pianta, nota per l’eleganza sobria dei suoi fiori e per le numerose varianti presenti in natura.
Anche se sei alle primissime armi con la cura delle orchidee, quasi sicuramente saprai che sono molto delicate e che non è il caso di procedere senza un metodo quando si tratta di annaffiarle. Questa guida, è stata preparata proprio per aiutarti a vederci più chiaro sul tema e per acquisire quella confidenza pratica base necessaria a gestire la pianta.
Non preoccuparti: i consigli che troverai nelle prossime righe sono semplici e alla portata anche di chi non ha tanto tempo per prendersi cura delle proprie piante. Adesso è arrivato il momento di scoprirli! Seguici nei prossimi paragrafi per iniziare a entrare in confidenza con trucchi che cambieranno la vita della tua orchidea.
Il metodo dell’immersione
Premessa: l’orchidea andrebbe irrigata solo quando, immergendo il polpastrello per 1 cm circa nel terriccio, ci si accorge che questo è asciutto. Chiarito questo importante punto, ricordiamo il metodo forse più celebre per annaffiare le orchidee: quello a immersione. Si tratta di una tecnica di gestione molto semplice che si basa sul fatto di mettere la pianta a bagno in una bacinella preventivamente riempita d’acqua.
La principale accortezza da adottare prevede il fatto di controllare che l’acqua della bacinella arrivi più o meno a 3/4 dell’altezza del vaso. Altrettanto importante è avere cura di non far entrare né foglie, né colletto a contatto con l’acqua. In tal caso, il rischio di marciume, con tutte le conseguenze negative del caso per la salute della pianta, è dietro l’angolo.
Una volta verificati questi aspetti, non rimane che lasciare la pianta di orchidea in ammollo nell’acqua per minimo un’ora (si può arrivare anche a 90 minuti). Trascorso questo tempo, arriva il momento di sollevare il vaso con delicatezza. Se lo si percepisce più pesante e se ci si accorge che la corteccia di pino, posizionata di fianco alla pianta e fondamentale per aggiustare il pH del terriccio, è bella scura, vuol dire che l’irrigazione è andata a buon fine. Consiglio pratico fondamentale: quando prelevi il vaso dalla bacinella, scolalo bene. I ristagni d’acqua nel sottovaso sono tutto tranne che benefici per una pianta delicata come l’orchidea.
Ogni quanto irrigare l’orchidea?
Quando si parla di irrigazione di un fiore bello ma delicato come l’orchidea, conta il come si procede, su questo non ci sono dubbi, ma anche il quando. Non esiste una regola scritta sulla pietra al proposito. Tutto dipende dal clima del momento e dalla zona in cui si vive, nonché dalla presenza, nell’ambiente indoor dove la pianta è conservata, di fonti di calore come i termosifoni, che possono comportare una veloce evaporazione dell’acqua.
In un clima temperato come quello che caratterizza l’Italia si consiglia, in linea generale, di procedere all’irrigazione ogni massimo 20 giorni in inverno e ogni 10 circa in estate. Quando si ha a che fare con l’orchidea, è bene essere consapevoli del fatto che si sta gestendo una pianta che ama i climi caldi e i contesti umidi, caratteristiche fondamentali per stimolare la produzione fogliare.
Come avevamo detto, bagnare l’orchidea è tutto tranne che difficile! Oltre ai consigli ricordati nelle righe precedenti, rammentiamo l’importanza di procedere, soprattutto in estate, a nebulizzare il terriccio di tanto in tanto con l’acqua proveniente da uno spruzzino. Anche in questo caso, per prevenire evenienze come il marciume, è cruciale risparmiare le foglie.
Si possono annaffiare le orchidee con l’acqua corrente?
A questo punto, ti starai indubbiamente chiedendo se sia o meno possibile procedere all’annaffiatura delle orchidee con l’acqua corrente. Tecnicamente, nessuno lo vieta. Se si decide di adottare questo metodo, bisogna mettersi nell’ottica dell’esistenza di diversi potenziali contro. Tra questi rientra, per esempio, l’oggettiva difficoltà nel reperire acqua del rubinetto a temperatura ambiente (il che sarebbe l’ideale per le orchidee).
L’acqua del rubinetto, inoltre, è molto spesso caratterizzata dalla presenza di cloro, elemento che non fa certo bene alla salute della tua orchidea. In generale, è poi necessario considerare che, quando si bagnano le orchidee, è sempre bene evitare di dare l’acqua dall’alto. Il rischio, così facendo, è di impregnare eccessivamente la piccola spugna che i vivaisti posizionano sempre più spesso sotto il colletto per favorire la radicazione della pianta. Il risultato? Una maggior probabilità di marciume.
Un altro potenziale contro che deriva dall’annaffiare l’orchidea con l’acqua corrente riguarda il fatto che, molto spesso, non si riesce a mantenere il massimo della precisione con il getto. Per quanto riguarda, invece, gli aspetti positivi, tra i principali troviamo il fatto che, in media, il substrato riesce ad asciugare prima.
Il grande errore da evitare
In tutto questo, ricordiamo un grande errore da evitare: il fatto di irrigare l’orchidea mettendo acqua nel sottovaso. Come accennato nei paragrafi precedenti, abbiamo a che fare con una pianta molto delicata, per la quale il ristagno d’acqua può rivelarsi al 100% fatale. Ribatterai pensando “Ok, ma le orchidee amano l’umidità!”.
Verissimo, ma si parla di umidità dell’aria circostante, non di substrato zuppo. Quest’ultimo deve essere sì irrigato, su questo tutti sono d’accordo, ma sempre tenendo in considerazione il fatto che, per stare bene ed essere di adeguato sostegno alla pianta, le radici dell’orchidea devono avere agio di respirare al meglio.