L’olio di semi è uno dei più richiesti e diffusi sul mercato ed è per questa ragione che alle volte reperirlo al supermercato non è cosi facile. La sua richiesta è aumentata ancora di più a seguito della crisi che ha colpito l’olio di oliva e che ha portato questo bene ad avere un costo esorbitante. Molte persone, non potendosi più permettere la variante classica, ripiegano su questa anche se, ovviamente, la qualità del prodotto non è la stessa.
Ovviamente sono davvero tantissime le cose che possiamo sapere su questo prodotto e che servono per ampliare la conoscenza di questo tipo di olio. Ci riferiamo alla tipologia dei semi impiegati, alle tecniche di lavorazione e perfino a quegli elementi che ci permettono di intuire qualcosa in più sulla qualità degli ingredienti contenuti nella composizione.
Da qualche tempo, inoltre, si parla di quella che è stata definita come allerta olio di semi, in quanto sono emersi degli studi che hanno provato come la qualità dell’olio di semi presente sul mercato non sempre raggiunga gli standard previsti dalla Legge. Ecco quello che abbiamo scoperto su questo prodotto e quali marche evitare di acquistare.
Quali semi vengono utilizzati per creare l’olio?
L’olio di semi è una delle varianti più richieste in quanto, in linea di massima, contiene ingredienti di ottima qualità, si sposa molto bene alle diverse esigenze ed è molto più accessibile rispetto alle altre varianti che, invece, troviamo sugli scaffali dei supermercati. L’olio di oliva, infatti, può costare anche 10 euro al litro mentre una bottiglia di olio di semi della stessa quantità ne costa a malapena 3.
Ma quali semi vengono scelti per dar vita a questa prelibatezza? Bisogna infatti sapere che in natura i semi abbondano, ma che non tutti si prestano facilmente a questo scopo. Nella maggior parte dei casi i semi più impiegati per la realizzazione di questo condimento liquido sono i semi di colza, i semi di girasole, quelli di soia, mais e di arachidi.
Si tratta di una miscela che permette di beneficiare di più sostanze grazie alla scelta di un unico prodotto anche se, ovviamente, bisogna prendere in considerazione che potrebbe aumentare il rischio di sviluppare delle allergie. È poi molto valido per realizzare delle fritture, in quanto non si degrada con il colore e riesce a garantire la giusta croccantezza agli alimenti.
Come avviene la preparazione dell’olio di semi?
Come molti condimenti anche l’olio di semi nasce dalla lavorazione di diversi elementi che per dar vita al prodotto finito devono essere sottoposti a diverse fasi di lavorazione. Il primo passaggio è quello che si focalizza sulla raccolta dei vari semi, i quali devono appartenere alle specie menzionate prima e devono essere sani e privi di ammaccature.
In un secondo momento poi, i semi che hanno superato la fase della selezione vengono macinati da macchinari pressanti e da questa manovra avremo modo di ottenere l’olio che tanto bramiamo. Per evitare che la qualità del prodotto sia troppo bassa, si consiglia di mettere in atto una sorta di lavorazione che viene definita come spremitura a freddo.
Questa tecnica si avvale di metodologie controllate che permettono la lavorazione del seme al riparo da fonti di luce e di calore in maniera tale da preservarne al meglio ogni caratteristica. I semi poi cambiano in base alla loro natura, in quanto alcuni sono più oleosi mentre altri più secchi. In quest’ultimo caso si sceglie quasi sempre una soluzione che si basa sull’utilizzo di tecniche fisiche e di natura meccanica.
I benefici dell’olio di semi
L’olio di semi non risulta essere solo economico rispetto a tante altre tipologie di prodotti che possiamo trovare in commercio, ma risulta essere molto valido anche sotto diversi punti di vista. In primo luogo questo alimento è ricco di grassi buoni tra cui citiamo, per esempio, l’Omega 3 e l’Omega 6 che, per l’appunto, garantiscono la salute del cuore, dei vasi sanguigni e il controllo del colesterolo e dei grassi nel sangue.
Allo stesso tempo contiene anche delle sostanze che contrastano l’invecchiamento cellulare e che possono rivelarsi molto utili per evidenziare un’eventuale infiammazione, disinnescandola sul nascere. Alcune vitamine contenute in questo tipo di olio, infatti, sembrano essere responsabili del benessere di alcune parti del corpo come la pelle e i capelli che, ovviamente, non possono che trarre giovamento da questa risorsa.
Ovviamente non bisogna abusare di questo prodotto poiché potrebbero verificarsi molte conseguenze soprattutto in tutte quelle persone che sono affette da malattie metaboliche o disturbi di questo tipo. Per questi soggetti sarebbe preferibile consumare quello che viene commercializzato con il nome di olio di semi di lino, il quale risulta essere il più salutare fra tutti.
Olio di semi: ecco quale non acquistare al supermercato
Come abbiamo detto all’inizio del nostro articolo, non tutto l’olio di semi che possiamo trovare sugli scaffali del supermercato è di ottima qualità, in quanto potrebbe nascondere delle insidie che spesso sfuggono alla vista dei soggetti. In realtà l’olio che acquistiamo potrebbe essere del tutto simile agli altri, ma nascondere delle minacce che possono essere visionate solamente sull’etichetta.
Ci riferiamo in particolar modo alla presenza di alti livelli di grassi saturi, ma anche a sostanze che potrebbero far presagire la bassa qualità dell’olio stesso. Un chiaro esempio sono tutti i trattamenti chimici e i conservanti che vengono riversati nella composizione del prodotto per far sì che lo stesso possa durare il più a lungo possibile nel tempo.Anche se non sappiamo identificare queste sostanze possiamo fare riferimento alla data di scadenza, poiché qualora questa fosse protratta troppo a lungo nel tempo, potrebbe indicare l’utilizzo e l’abuso di questi conservanti. Bisogna diffidare, inoltre, di tutti gli oli che non espongono appieno dati quali l’origine dei semi e la loro provenienza, in quanto potremmo trovarci dinanzi a condimenti non certificati e dubbi.